V2 – G7
VIAGGIO 2 – GIORNO 7
Alle nove vado al parco per iniziare con Tarimo la procedura di identificazione dei punti principali dell’edificio. Praticamente si tratta di iniziare. Alcuni membri dell’amministrazione del parco che stavano andando al lavoro mi danno un passaggio con un fuoristrada dei loro. Sul posto constato però che ci vorrà almeno ancora un paio d’ore prima che il terreno sia sufficientemente pulito per cominciare, e decidiamo di rimandare l’inizio alle 11. Le cose procedono, ma pole pole. Torno al monitoring centre per lavorare un po’ al computer, e anche in questo caso ottengo un passaggio in fuoristrada da due ranger. Almeno non ho camminato inutilmente mezz’ora al caldo.
Colgo l’occasione per cercare il treppiede per usare più comodamente il Disto quando posizioneremo i punti. Infatti, molti dei punti di riferimento che ho preso nel disegno sono distanti 15-20 metri dal punto e quindi il misuratore laser sarà utilissimo. lo trovo esattamente dove lo avevo lasciato in agosto cioè nel terzo bungalow dove dormivo in quel periodo.
Tornato al parco, cominciamo davvero con il posizionamento. Decidiamo che il primo punto in cui mettere il paletto sarà lo spigolo nord-ovest del muro di contenimento. Essendo quello spigolo retto, svilupperemo con più facilità il disegno sul terreno. Purtroppo guardando meglio la cartina mi accorgo che (oltre ai quattro alberi seccati che ho notato subito, ne mancano altri due che oltre ad essere belli e fornire ombra servivano come punto di riferimento. Di uno, trovo i resti inceneriti: chi può sapere che storia c’è dietro? Procedendo con le misurazioni, riusciamo ad identificare un punto con un margine di errore minimo, che decidiamo essere accettabilissimo visto che stiamo trilaterando con degli alberi. Posizioniamo i due punti principali per avere la retta che genererà l’intera pianta. Ci siamo. More or mess. A partire da quella direttrice tracceremo le rette ortogonali verificandole sulle lunghe distanze con il più banale teorema di Pitagora e le misurazioni del Disto. Nel frattempo, il sole è diventato insostenibile. Discutendo sui disegni, Tarimo mi chiede di aggiungere alcune quote che secondo lui renderanno le operazioni più pratiche. Tornato al centre mi metto quindi a compilare a mano la pianta 1:100 dell’insediamento su cui stiamo lavorando traendo le misure direttamente dal file Archicad del progetto che ho nel mac. Continuo queste operazioni in ufficio fino a circa le 20:20.
Cena al Twiga – per una volta dentro inveche che nei gazebo fuori, il che peggiora notevolmente l’esperienza. Alla cena ci siamo io, Silvia, Massimo e tre collaboratori locali di Mazingira che hanno aiutato nella produzione delle clip video. Dopo la cena, accompagniamo una delle collaboratrici al proprio alloggio perché è sola e senza una torcia: sarà occasione per fare una passeggiata nella Mang’ula notturna, con lucine che escono dalle finestre delle case e un cielo incredibilmente pieno di stelle.