V4 – G6/7 • Plaster faster
G6_Qui FA FREDDO! Vado in cantiere sotto la pioggia, che però non è più intensa come nella notte. Tutto sommato è un vantaggio in cantiere.
Pima ha convocato un local fundi per richiedergli un’offerta per fare l’intonaco.
Mi sembra una persona affidabile, e tra le altre cose discutiamo delle modalità operative e dei possibili impasti da utilizzare. Solitamente qui fanno prima uno strato in cemento e poi una finitura a gesso per ottenere una superficie liscia, di solito anche all’esterno. Nel mio caso invece vorrei che la superficie risulti più rustica, anche per predisporsi meglio nei confronti dell’inevitabile degrado causato dall’ambiente aggressivo – una giungla, nei manuali sarebbero pessimisti – ma ancora di più da un’incuria sulla quale sono pronto a scommettere. Dopo una capatina a comprare il materiale, proviamo due tipi di impasto, e alla fine concordiamo su un ovvio mix di sabbia e cemento.
Torno all’UEMC, per affrontare nuovamente la questione budget: dopo tre anni e grandi fluttuazioni dei cambi, e dopo la finanziariamente burrascosa vicenda della costruzione del tetto abbiamo l’esigenza di essere certi riguardo alle disponibilità residue. Per questo dedico il resto della mattinata a rivedere insieme a Silvia le spese effettivamente sostenute dal progetto.
Dopo pranzo torno in cantiere. Pima si è procurato un’altra offerta per gli intonaci, vistosamente più alta. Per questo confermiamo l’altro gruppo, che si occuperà anche degli interni e della posa in opera dei pavimenti. È interessante notare come qui preventivi diversi possano variare in modo sproporzionato a causa del fatto che di solito vengono fatti più a occhio che analiticamente, e perché spesso chi capisce che è un lavoro per i wazungu spera di approfittarne. Fa bene quindi Pima ad essere sempre a caccia di alternative per gli appalti.
Arriva Balele in cantiere, che saluto con allegria. Mi fa piacere vederlo anche perché lo trovo rassicurante come l’altra volta. Anzi di più, visto che è stato l’esecutore materiale della struttura reticolare del tetto.
Nel tardo pomeriggio pima mi accompagna a conoscere Sahidi, il falegname che si occupa delle strutture in legno del mercatino che stiamo costruendo vicino al VIC. Di questo, però, non parlerò nemmeno oggi.
G7_Ancora pioggia e ancora quello che qui può definirsi freddo nella notte. Mi sveglio presto per andare in cantiere. Oggi è affollato di lavoratori e la cosa mi da ovviamente molto buon umore. Ho ancora molto lavoro per Balele – ho scelto di eseguire alcuni dettagli in acciaio proprio in virtù della sua affidabilità. La cosa più importante di cui dovrà occuparsi sono le porte e le finestre esterne. In attesa del materiale, però, lo incarico di predisporre le barre a soffitto sulle quali appenderemo i pannelli dell’esposizione. Si tratta di semplici tondini che corrono lungo i perimetri delle stanze, appesi alle travi in acciaio del solaio superiore.
Mentre torniamo a piedi dal Parco verso l’UEMC, io e Silvia incontriamo un ragazzo giapponese appena arrivato in zona che ci dice vivrà a Mang’ula per i prossimi due anni per occuparsi di api. Già così la cosa è curiosa abbastanza, e per questo non aggiungo altro se non che sono sicuro che lo incontrerò di nuovo nei prossimi giorni. Nel pomeriggio produco i dettagli per il taglio delle componenti delle porte, che produrremo nei prossimi giorni.
G6_Resto all’UEMC tutta la mattina, un po’ a riposare e un po’ a discutere con Silvia di aspetti legati agli allestimenti. Dobbiamo procurarci moltissime cose e ci vengono in mente modifiche che potremmo introdurre ma che devono passare dall’approvazione di tutti a Trento e a Copenhagen.
Nel pomeriggio faccio un salto al cantiere, dove constato che nessuno sta lavorando anche se tutti mi avevano assicurato che non avremmo perso la giornata. Viene fuori che alla mattina non avevano trovato alcune componenti elettriche nel capanno degli attrezzi, e tanto è bastato per far tornare tutti a casa a far domenica. Restiamo contrariatissimi a chiederci come siano sparite quelle cose dal capano di cantiere chiuso a chiave.
Per completare il bilancio negativo della giornata, c’è la vicenda del teschio di elefante. Infatti Silvia e Francesco si erano fatti l’idea di trasportare nel VIC quello (non) conservato fuori dalla biglietteria del parco. Purtroppo ci accorgiamo che lo stato di conservazione è ormai pessimo e che si dovrà rinunciare. Però c’è un teschio di ippopotamo in ottime condizioni nella biglietteria! Ci mancherebbe altro. Speriamo quindi che la Tanapa ci permetta di usarlo.